La terra e il cielo (serata all’Arvultùra)

Ieri sera giovedì 6 luglio nuova serata in reading concerto allo Spazio Autogestito Arvultùra di Senigallia, organizzata dal mercato Bio Mezza Campagna, una rete di produttori bio che di solito s’incontrano qui il sabato mattina per proporre i loro prodotti, e a fianco c’è anche lo spazio della libreria del centro, attiva da un paio di anni.  la cultura è coltura, o viceversa?

Ieri sera era una situazione culturale conviviale, per raccontare, cantare e condividere le storie dei contadini di ieri e al tempo stesso condividere i prodotti dei nuovi contadini di oggi, quelli che dalla terra non se ne sono andati, oppure vi sono ritornati dopo la pausa di qualcuna delle nostre ultime generazioni, espulse o fuggite dalle campagne soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta a causa delle difficili condizioni di vita in cui erano state costrette. E chi vi è restato, o vi ritorna, naturalmente cerca oggi nuovi forme di agricoltura e di rapporto con la terra e con il cibo, per nulla scontato e sempre incalzato da diverse logiche di mercato, continuando così  anche oggi le proprie battaglie, in altre forme.

Un rapporto e un lavoro che impegna quello con la terra, non solo come quantità di lavoro ma anche come relazione, e come identità. E alla fine credo che l’identità abbia a che fare più che con la terra, con l’altra dimensione che è il cielo. Nel primo racconto del libro, che non leggo mai nei reading perché è quello autobiografico e introduttivo, nel quale parto dalla mia infanzia, ad un certo punto mi esce fuori questa frase: «Ricordo anche lo zappare nei campi, per me un gioco: che le schiene dei contadini curvi a terra reggessero da sole il peso del cielo, anche questo l’ho capito dopo. Il cielo a me sembrava leggero, e senza fine, mi ci perdevo, di giorno e di notte.» Sì, credo che l’identità abbia a che fare sia con la terra che con il cielo, in un intreccio complesso di significati.

Presentare il libro e le storie delle lotte contadine del dopoguerra in reading concerto è sempre un’esperienza coinvolgente, per me che leggo e per Silvano che si alterna con le canzoni. Oramai sono venti o trenta le serate che abbiamo accumulato insieme ma risulta sempre estremamente piacevole questa condivisione con chi ci segue, partecipa, qualche volta si commuove e sempre ci incoraggia in questo percorso. Abbiamo aperto con la canzone Sogni alla deriva, dedicata ai migranti di ieri – i nostri contadini espulsi dalle terre – e ai migranti di oggi, e in particolare a Emmanuel, a cui proprio la sera precedente era stata dedicata a fermo la manifestazione contro il razzismo organizzata dal Comitato 5 luglio.

Abbiamo poi proseguito con lettura di brani dal  racconto dedicato alle lotte mezzadrili nella regione, alla bracciante Maria Margotti di Argenta, ai contadini calabresi di Melissa,  siciliani di Bisacquino e lucani di Montescaglioso, impegnati nelle lotte contro i latifondi.
In chiusura abbiamo ricordato i treni della felicità, con la canzone Corre il treno, dedicata alla grande azione di solidarietà e di accoglienza presso tante famiglie contadine del centro e nord Italia dei bambini figli di braccianti, quando questi subivano la repressione e finivano in galera, oppure anche vittime, come a Calabricata, Melissa, Montescaglioso, Torremaggiore, San Severo e altri ancora. Una grande operazione di solidarietà e accoglienza, dal basso, di cui sono state capaci le generazioni che ci hanno preceduto.