10-17 marzo 1950 (dagli atti del Senato)

Per il mio libro L’erba dagli zoccoli, racconti sulle lotte contadine nel dopoguerra, ho scelto alcuni episodi accaduti nello stesso periodo tra il ’49 e il ’50, in diverse regioni d’Italia, per meglio evidenziare, con la “contemporaneità”, che non si trattava di singole vicende isolate bensì di un movimento unico, di “un serio tentativo di riunificare il paese dal basso” come spesso mi capita di commentare durante i reading di presentazione.
Non mi fu difficile trovare gli episodi da raccontare, al contrario fu difficile sceglierne solo alcuni perché ne trovai  veramente tanti, così escogitai una forma narrativa – in ogni racconto c’è sempre qualcuno che racconta, una nonna ai nipoti, degli anziani a un ragazzo e così via, e come accade sempre quando si racconta si divaga e si inseriscono altre storie – che mi permetteva sì di focalizzare alcuni episodi ma al tempo stesso di rendere conto del contesto e di citare anche altre storie.
C’erano poi alcuni periodi ancora più intensi di altri. Uno di questi è la settimana dal 10 al 17 marzo 1950, di cui vi propongo la ricostruzione del Senatore Menotti nella seduta del Senato del 31 maggio 1950, quando prende la parola per criticare la politica del Ministro degli Interni Scelba (il 18 marzo entrarono in vigore nuove misure straordinarie, una specie di odierni decreti sicurezza), e più in particolare Menotti interviene (lo aveva già fatto poche ore dopo il fatto) sull’ennesima uccisione di un bracciante, il sindacalista e partigiano Vittorio Veronesi il 17 maggio 1950 a Bancole di Porto Mantovano. A Veronesi dedico nel mio libro il racconto “Prendete quella canaglia”.
Tra gli altri racconti del libro c’è anche una storia di quella settimana di marzo, ed è quella dell’occupazione delle terre a Bisacquino il 10 marzo, quando il segretario della Camera del lavoro di Corleone era Pio La Torre, andato a sostituire Placido Rizzotto, ucciso esattamente due anni prima il 10 marzo 1948. Poi nel mio libro c’è anche un altra storia di quel mese, lo sciopero a rovescio di Lentella, appena alcuni giorni dopo il 21 marzo, e anche in quel racconto c’è un personaggio – “il narratore”, che è una donna ed è ispirata in modo diretto ad un persona vera – la quale mentre aspetta l’arrivo della corriera in paese, legge da alcune copie dell’Unità le cronache degli ultimi giorni, le stesse di cui parla il Senatore Menotti (e sono così tante le cose di quei giorni che lo stesso Menotti non ce la fa a ricordarle tutte, mi sono accorto che qualcuna l’ha saltata), e sono storie che descrivono bene il contesto in cui vengono adottate anche le nuove misure repressive il 18 marzo.
(La foto sopra utilizzata è tratta dal sito “Rosso di sera Mantova”; sono i funerali di Vittorio Veronesi, si vedono nella foto: Giovanni Pesce, Silvano Montanari, Arturo Colombi, Clarenzo Menotti, Nella Morellino)

Dagli Atti del Senato del 31 maggio uno stralcio dell’intervento del Senatore Menotti:
«A dimostrare che cosa faccia in politica interna questo Governo voglio prendere alcuni esempi che riguardano un più breve periodo, non 4 mesi o 5, ma una settimana, fatti ordinari eli tutti i giorni. È la settimana che va dal 10 al 17 marzo.
II 10 marzo oltre 300 carabinieri aggrediscono a Bisacquino, in Sicilia, un gruppo di contadini che ritornavano da un feuelo occupato: alcuni feriti gravi e 40 lavoratori arrestati.
L’11 marzo a Petralia (Palermo) i carabinieri attaccano un gruppo eli contadini che avevano occu-pato terre incolte: 18 contadini feriti, un moribondo, 33 arrestati. Nella provincia eli Avellino violenze poliziesche contro i contadini, 24 dei quali vengono arrestati.
Ad Ortanova (Foggia) 30 lavoratori sono arrestati perchè protestavano contro la parzialità del collocatore eli Stato.
A San Pietro (Casale) e a Galliera (Bologna), scio-pero di protesta contro tentativi fascisti eli or-ganizzare il crumiraggio: 19 lavoratori arrestati.
Il 12 marzo, a Gallipoli, i disoccupati iniziano dei lavori campestri: 5 arresti;
nell’alta Irpinia (Avellino) i contadini arrestati salgono a 70;
il 16 marzo a Treviso, Vignanello e Bari forti reazioni popolari alle aperte manifestazioni fasciste elei Movimento sociale italiano. La polizia interviene violentemente a spalleggiare i fascisti percuotendo gli antifascisti.
Il 14 marzo a Porto Marghera i lavoratori in agitazione perché da 5 mesi non erano stati pagati, vengono caricati e mitragliati dalla polizia. Bilancio: 7 operai feriti, 2 in pericolo di vita.
Nella provincia di Nuoro contadini e pastori scendono in lotta: 295 vengono arrestati.
Il 15 marzo a Torre dei Passeri (Pescara), i disoccupati iniziano lavori di costruzione e di miglioramento delle strade. Vengono aggrediti dalla «Celere» con bombe lacrimogene e manganelli ; vengono arrestati 131 lavoratori e parecchi sono i feriti.
A Palmi (Reggio Calabria), la polizia aggredisce un gruppo di braccianti. Alcuni sono feriti, altri arrestati.
Il 16 marzo in provincia di Cagliari e in altre zone della Sardegna, i contadini senzaterra, disoccupati quasi l’intero anno, lavorano le terre incolte, ma la polizia ca- rica violentemente i lavoratori e ne arresta 300.
In Calabria si allarga l’agitazione dei contadini per le terre incolte. La polizia opera numerosi arresti di lavoratori.
Il 17 marzo a Nicastro (Catanzaro) 200 carabinieri aggrediscono 500 contadini che con le loro mogli erano andati a lavorare sui campi. Ne vengono feriti 9 dopo essere stati caricati alla baionetta. Numerosi gli arrestati fra i quali il segretario della Federterra provinciale.

Sono oltre 1000 arresti operati in 7 giorni. È un primato senza precedenti, senza contare i feriti, più o meno gravi, ed i contusi. Un ben triste primato, signori! Si può solo dire che il Ministro Scelba lavora sodo in questo campo.

Qual è il carattere dei movimenti repressi? Sono braccianti e contadini poveri che vogliono lavorare le terre incolte, sono operai che difendono il loro lavoro, come a Porto Marghera, sono antifascisti che lottano contri i rigurgiti fascisti e contro i neo-fascisti. In tutti questi casi il Governo usa la violenza contro i lavoratori, contadini ed operai.
Cosa farebbero di più, cosa farebbero di diverso di quello che fa l’onorevole Scelba se per esempio al Ministero dell’Interno fossero Rodinò o Costa? Farebbero lo stesso, con molta probabilità. La politica del Governo è dunque quella dei grossi agrari e dei grandi industriali. È una politica che sostiene il privilegio e la conservazione sociale, ed i fatti citati lo dimostrano. E una politica che incoraggia i rigurgiti fascisti ed il movimento neo-fascista. Anche quando il Governo dice di voler colpire i neofascisti, di fatto, come nelle sue recenti ordinanze del 18 marzo, ha di mira le sinistre.
Lo spirito dell’onorevole Scelba è del resto chiaramente rivelato dagli emendamenti, che non abbiamo dimenticato e che sarebbe un torto dimenticare, alla legge di pubblica sicurezza presentati alla Camera e poi sospesi o fatti rientrare. Essi sono rivelatori. Vi citerò qualche passaggio. «Il Prefetto può richiedere ai dirigenti e ai rappresentanti delle associazioni od enti che svolgono in tutto o in parte la propria attività dentro il territorio della Provincia, la comunicazione di copia dell’atto costitutivo e dello Statuto, nonché notizie sulla loro organizzazione ed attività».

Evidentemente un articolo di legge così formulato, con le conseguenze cui porterebbe, rivela una politica di tipo fascista.