I braccianti del Cormor (la canzone)

Il poeta è un veggente e il pittore è suo amico.
È arrivata in questi ultimi giorni del 2017 anche l’ultima canzone – nel senso che ora è completo – di questo reading concerto iniziato poco più di un anno fa, e che io e Silvano Staffolani abbiamo già sperimentato in tante diverse occasioni, l’ultima appena una settimana fa a Montescaglioso, inseriti nella serata di Resistenza contadina dedicata a Giuseppe Novello. Il libro, già mentre scrivevo i primi racconti, immaginavo che l’avrei letto ad alta voce, per farlo conoscere, dove mi avrebbero invitato. E così fu fin dalla prima occasione, a Lentella, nel loro anniversario dei fatti del 21 marzo, facendomi accompagnare di volta in volta da un musicista disponibile. E vennero fuori belle serate, con belle e conosciute canzoni. Una canzone che ricorreva più di altre era Malarazza. Silvano lo conobbi qualche mese dopo e all’inizio abbinammo alle mie letture dal libro le sue precedenti canzoni di cantautore, e la cosa funzionava, iniziammo a fare coppia fissa.  Un giorno fu Silvano a chiedermi se avevo mai provato a scrivere un testo per una canzone, e fu così che il reading concerto prese gradualmente la forma attuale, seguendo un nuovo e ulteriore percorso di ricerca. Eravamo nella città del poeta, a Recanati, quando facemmo ascoltare la prima composta insieme, e già due mesi dopo al festival delle terre a Roma tutte le canzoni della serata erano le nuove tratte da L’erba dagli zoccoli.

Ora abbiamo abbinato una canzone a ciascuno dei dieci racconti del libro – solo per il mio racconto autobiografico introduttivo non ho scritto nulla – più altre tre su temi che ricorrono un po’ in tutte le storie. Evidentemente, a dispetto del mondo magico contadino che spesso richiamiamo, non siamo superstiziosi: senza nemmeno accorgercene, ci siamo fermati a 13 canzoni. O forse sì, dal momento che senza dire nulla nemmeno tra noi, facendo gli indifferenti come si dice, magari ce ne siamo accorti, dato che nel CD i pezzi sono 14, inserendo anche l’introduzione strumentale? Mah, non si sa mai!

L’ultima nata è questa ballata, quasi una serenata di sera, dedicata allo sciopero a rovescio del Cormor. Il poeta e il pittore citati nella canzone sono due amici non comuni, Pierpaolo Pasolini e Giuseppe Zigaina. Amici per davvero. Pasolini gli dedica il poemetto Quadri friulani, nella raccolta Le ceneri di Gramsci, e Zigaina è sulle terre del Cormor e nelle terre di pianura a ritrarre i braccianti, quando rientrano a casa alla sera con le loro biciclette o sui carri, o quando si ritrovano a contemplare la loro opera, il canale per bonificare le zone rese paludose dal Cormor, realizzato con un grande sciopero a rovescio nel maggio del 1950.

Ecco un breve estratto, quando una ragazza sedicenne di allora inizia a raccontare questa storia a due ragazzi sedicenni di oggi:

«“Quanti anni avete?” chiede la donna, anziana, quasi nascosta in un angolo sulla sinistra, in piedi davanti a una piccola libreria, intenta a cercare qualcosa. Al centro della stanza c’é una poltrona, con il lato obliquo rispetto alla direzione delle pareti, un po’ rivolta verso un finestrone alla sua sinistra e un po’ verso quella striscia di luce nel corridoio di fuori, che ora spande il suo bagliore anche dentro la stanza. Davanti alla poltrona sono state preparate due sedie e i ragazzi, in apparenza tranquilli, si siedono mentre rispondono alla domanda. “Sedici,” riprende la donna sedendosi davanti a loro, “io li avevo quel giorno, sessantaquattro anni fa, quando mia madre mi disse: oggi tocca a noi donne, preparati, che andiamo.” »

E alla fine conclude: “sono diventata brava a raccontare per non dimenticare. A contâ par no dismenteâ.”

Ascolta la Canzone:
I BRACCIANTI DEL CORMOR
(il quadro di Zigaina, citando Pasolini)
ll poeta è un veggente
È il sogno di una cosa
Che scorge sui volti
Della meglio gioventù
Non vuole che si perda
Lo trasforma in parole
Lascio in eredità la mia immagine
Nella coscienza dei ricchi
Il pittore è suo amico
Dipinge i sogni racchiusi
Sui volti dei contadini
Ha un segreto nei colori
Togliere via la fatica
Che intralcia quella vita
I contadini sono in cerchio
Davanti al canale bianco
Che hanno scavato da soli
Seduti in terra o in piedi di spalle
Uno ha la mantella grigia
Un altro in maniche di camicia
E la giacca sulla spalla
Altri in piedi a sinistra
Accanto la bicicletta
E il badile legato alla canna
Altri a destra sono di profilo
Sembrano fermi, fermi come il tempo
Ma ce n’è uno che sbircia
Ma ce n’è uno che sbircia
Sbircia verso il pittore che lo dipinge
Sbircia verso di noi che lo guardiamo
Noi che guardiamo il quadro del Cormor
Noi che guardiamo il quadro del Cormor
Il poeta è un veggente
Scava nei sogni con le parole
Non vuole che si perda
Il sogno di questa cosa
Anche il pittore è un veggente
Ha un segreto nei colori
Che fa brillare la terra
Che si rispecchia su quei volti
Che fa brillare la terra
Che si rispecchia su quei volti
Gli occhi vuoti, i vestiti che odorano
Dei miei sudori
Viva il coraggio, il dolore
E l’innocenza dei poveri
Gli occhi vuoti, i vestiti che odorano
Dei miei sudori
Viva il coraggio, il dolore
E l’innocenza dei poveri

L’intero CD è possibile scaricarlo gratuitamente a questo indirizzo: https://goo.gl/y3uY62

Lascia un commento